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STRECTHING, MEGLIO PRIMA O DOPO?

Fisioterapia Roccella
Pubblicato da dott. Domenico Carnà in Fisioterapia e Osteopatia · 2 Febbraio 2022
Tags: stretching
STRETCHING: MEGLIO PRIMA O DOPO?

LO STRETCHING… MEGLIO PRIMA O DOPO L’ALLENAMENTO?
Una domanda che ogni fisioterapista si sente porre frequentemente riguarda proprio lo stretching (o allungamento muscolare) se sia più indicato inserirlo prima, dopo o prima-e-dopo l’allenamento.
Cerchiamo di capire quali sono le tecniche utilizzate per lo stretching e perché bisogna fare lo stretching, ed è proprio su questo punto che bisogna fare chiarezza.
Le tecniche di stretching solitamente impiegate sono tre...

  • Statico: è il metodo più comune, in cui una posizione viene mantenuta per alcuni secondi fino ad avvertire una piacevole sensazione di allungamento.



  • Dinamico: stretching attivo e stretching balistico. Nel primo caso si muove l’arto lungo tutto l’arco di movimento per più volte. Nella forma balistica, invece, si richiede un rapido allungamento seguito da una contrazione altrettanto veloce (movimenti di rimbalzo



  • FNP (Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva): particolari forme di stretching, utilizzate in campo riabilitativo, in cui vengo richieste contrazioni massimali o sub-massimali seguite da uno stiramento; devono essere effettuate da personale esperto.




PERCHÉ FACCIAMO LO STRETCHING?
Solitamente facciamo stretching perché pensiamo di allungare il muscolo, ridurre i dolori post-allenamento o limitare i rischi di infortuni.In realtà, come vedremo, la principale funzione dello stretching è quella di migliorare il ROM (Range Of Motion), cioè aumentare l’arco di movimento dei distretti interessati. Inoltre, secondo molti autori, tale aumento non dipende tanto dall’aver allungato il muscolo quanto dall’aver raggiunto una maggiore tolleranza all’allungamento. A tale scopo non si notano differenze sostanziali fra i vari tipi di stretching.

Le modalità di stretching da impiegare devono, necessariamente, tenere conto del soggetto e dell’attività fisica/sport che il soggetto stesso pratica.
Lo stretching statico è maggiormente indicato per gli atleti che necessitano flessibilità nel proprio sport, come nella danza o nella ginnastica; lo stretching dinamico, invece, è maggiormente indicato negli sport di salto e/o corsa, come nella pallavolo, calcio, basket. In soggetti adulti, per attività fisiche blande, sport amatoriali, lo stretching statico (15-30 secondi, fino a 60 nei soggetti più anziani, ripetuto 2-4 volte per 2/3 v-settimana) è sicuramente il più indicato ed il più sicuro. Lo stretching statico effettuato prima dell’esercizio, provoca una diminuzione della forza muscolare e quindi un peggioramento nelle attività di salto e corsa. Non è chiaro perché questo fenomeno (conosciuto come “Stretch-induced Strength Loss”) si verifichi, se sia legato a fattori neuronali o meccanici.

Lo stretching dinamico, al contrario di quello statico, non provoca riduzioni di forza, anzi migliora le condizioni di forza del muscolo e migliora le performance nel salto e nella corsa. È importante sottolineare come, in nessun caso, è stato possibile dimostrare quanto lo stretching aiuti a ridurre il rischio di infortuni muscolari. Sembra che una riduzione possa riguardare le lesioni muscolo-tendinee, ma lo stesso non vale per le lesioni muscolari.
Da una revisione sistematica di diversi studi, relativi agli effetti dello stretching “pre”, “post” o “pre e post” allenamento, è emerso che esso non produce, in nessun caso, una riduzione, clinicamente rilevante, dei dolori muscolari da allenamento (i cosiddetti DOMS). Dalla stessa analisi è emerso comunque che lo stretching post-allenamento risulta maggiormente efficace dello stretching pre-allenamento.

dott. Domenico Carnà

3917979592
info@fisioterapiaroccella.it
www.fisioterapiaroccella.it


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